“Sottomissione”: Houellebecq tra decadenza e nichilismo

18 Apr

Sottomissione | di Michel Houellebecq | Bompiani 2015

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di Federico Carcano

Lo trovi nei supermercati, nelle bancarelle di quartiere, alle sagre di paese: “Sottomissione” di Michel Houellebecq sta vivendo un sucesso di distribuzione e di vendite clamoroso in questi mesi, spinto dal vento funesto dei deplorevoli attacchi terroristici ai danni del giornale satirico transalpino Charlie Hebdo.

Poeta, professore, scrittore, uomo dall’aurea mistica, Houellebecq non scrive mai per compiacere il lettore o per confortarlo ma fornisce la propria ricognizione del presente (a partire dal suo primo romanzo “Estensione del dominio della lotta” – 1994).

Nel suo ultimo lavoro lo scrittore sguazza nel tempo lottando con la forza lucida di chi si gioca tutto per arrivare a propugnare un senso di giustizia indomabile. Parte dal presente, si intinge nelle situazioni e nelle forze del passato e regala una visione nitida della 25^ Ora (per dirla alla Davud Benioff), vale a dire una descrizione del futuro prossimo e di ciò che potrebbe prendere forma. Continua a leggere 

Interstellar: le recensioni da leggere

12 Nov

Interstellar | di Christopher Nolan | con Matthew McConaughey, Anne Hathaway, Jessica Chastain | USA 2014

Emanuela Martini su Il Sole 24 Ore

Nolan è sempre stato molto bravo nel tenere insieme il piano fisico-filosofico e quello umanistico delle sue storie; la sua costruzione logica è inattaccabile: non fa errori di sceneggiatura, non crea “paradossi”, non si perde pezzi per strada. Ma qui il materiale sterminato lo fa sbandare, narrativamente e visivamente. [continua a leggere]

Pier Maria Bocchi su Cineforum

Pensate sia facile parlare di sentimenti a Hollywood? Parlare d’amore? È da Inception che Christopher Nolan parla d’amore. Solo d’amore. Il suo problema è che ne parla in maniera traslata, e per di più appariscente. E allora è un bersaglio prevedibile e privilegiato. Un bersaglio di tutti: dei cinici, di chi non ci crede mai, degli spettatori e dei critici che la sanno lunga. Certo, se uno parla d’amore, oggi, a Hollywood, qualche sospetto deve pur farlo nascere. Se poi uno ci impiega sempre tre ore per parlarne, qualcosa deve non tornare. [continua a leggere]

Michele Faggi su Indie-eye

Nolan si ostina a voler superare i limiti dell’esperienza scopica con la descrizione di uno spazio curvo e non euclideo. Ma siamo sicuri che il suo cinema sia davvero in grado di perdere e di farci perdere le coordinate? Se David Lean, per girare Lawrence D’arabia, ha trascinato nel deserto cineprese a 65 mm, perché non dovremmo avere le stesse aspirazioni? [continua a leggere]

Leopardi nostro contemporaneo

7 Set

Il giovane favoloso | di Mario Martone | con Elio Germano, Michele Riondino, Massimo Popolizio, Valerio Binasco, Anna Mouglalis | Italia, 2014

il giovane favoloso

di valentina t. gelmetti

È da un po’ che siamo latitanti, qui dalla parti del Punteggio. Pungolati con velenoso affetto da certi compagni del sito che ci hanno rinfacciato di non aver più scritto una riga da mesi, ammettiamo la nostra colpevolezza, con l’unica attenuante di esserci fatte risucchiare da alienanti e deliranti lavori a ritenuta d’acconto utili alla sopravvivenza quotidiana. Ma ora siamo arrivati alla conclusione che, forse, è meglio riappropriarsi del proprio tempo. Autoassoluzione e fine del processo, dunque; con simpatia ça va sans dire.
In questo ritorno alle armi, siamo stati in spedizione al recente Festival del cinema di Venezia. Giusto qualche giorno, pochi i titoli visti, pochi quelli che rimarranno, non evaporati dal sole della contingenza e delle mode. Tra questi, pur nella sua complessa e imperfetta noia, pur in una certa piattezza visiva teatral-televisiva, pur in una narrazione classica, sospirante e didascalica, c’è Il giovane favoloso di Mario Martone. Continua a leggere 

Il babau Parente

5 Ago

Il più grande artista del mondo dopo Adolf Hitler | di Massimiliano Parente | Mondadori 2014

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di piero grignani

A essere sinceri le ragioni per cui ci occupiamo dell’ultimo lavoro di Massimiliano Parente, Il più grande artista del mondo dopo Adolf Hitler, uscito per Mondadori nel gennaio 2014, nemmeno le ricordiamo più, tanto è il tempo intercorso tra la sua lettura e questa faticosissima restituzione. In mezzo una logorante ricerca dei primi titoli del nostro, introvabili in libreria e pure nelle biblioteche (e occorrerà che Parente si attrezzi a riguardo, altrimenti ai posteri, per cui dice di scrivere, davvero non resterà niente, ma forse, chissà, trattasi di precisa strategia editoriale). A parte ciò, su internet c’è Parente in abbondanza; si inizi però da writeandrollsociety, che è un bel sito e c’è l’autore che fa le boccacce. Poi, soprattutto polemiche: con Sgarbi, con Tiziano Scarpa, con Scurati e nemmeno stiamo a reindirizzarvi. Comunque, per i cultori dell’autore, senza incorrere nei loro strali, quest’ultimo romanzo non mi sembra a livello della trilogia (La macinatrice, Contronatura, L’inumano); per tutti gli altri invece è un ottimo viatico per entrare nell’universo Parente. Continua a leggere 

Letterarietà, retorica e ideologia: il “caso” Roberto Saviano

29 Giu

Zero Zero Zero | di Roberto Saviano | Feltrinelli 2013

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di pierpaolo gallucci

Terminato Gomorra – La serie, divisi i giudizi: plausi a ritmo e realismo  e biasimi per aver mostrato solo una faccia di Napoli, sempre la stessa. Su “Repubblica” la replica di Roberto Saviano, con la quale consentiamo, ma nemmeno dissentiamo dal controcanto di una delle “amache” di Michele Serra sullo stare diventando il genere criminale una maniera. Noi però ci serviremo dell’ultimo libro di Saviano, anche se di ormai un anno fa, per rintracciare lì temi di stile e contenuto attraverso i quali forse capire meglio come giudicare anche quanto dai suoi testi deriva, sapendo che a criticarlo si rischia di passare per fiancheggiatori del crimine organizzato. Ne sa qualcosa il sociologo della cultura Alessandro Dal Lago, che anni fa in un saggio (Eroi di carta, manifestolibri 2010) lo giudicò sul terreno mediatico troppo complementare e simmetrico a Berlusconi, e il suo linguaggio narrativo basato su una retorica che non fa riflettere e per questo venne attaccato e quasi messo in ridicolo da Adriano Sofri, ancora su “Repubblica”. Oppure Paolo Persichetti di “Liberazione”, già cattivone di suo in quanto ex terrorista rosso, il quale, pur avendo vinto la causa intentatagli, resta colui che ha dubitato che Saviano potesse aver mai ricevuto alcuna telefonata dalla madre di Peppino Impastato. Eppure, nessuno dei due ha mai lasciato intendere che Saviano non dovesse più scrivere libri e fare tv. Continua a leggere 

Asia Argento, nostra madonna generazionale

8 Giu

Incompresa | di Asia Argento | con Giulia Salerno, Charlotte Gainsbourg, Gabriel Garko | Italia 2014

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di piero grignani

Non me ne vogliano i lettori e gli amici del Punteggio (e comunque devo ringraziare la redazione) per questa intromissione in ambiti che non sono i miei e in cui mi muovo con evidente impaccio e qualche pudore ché non si possono vantare crediti di cultura specifica e nemmeno propensione al cahierismo – e anche mi stuccano e mi annoiano oltremisura les cinéphiles purissimi e superciliosi – tuttavia, come dire, ho un debole per Asia Argento. Ecco, l’ho detto, con buona pace per la credibilità e l’abnegazione critica che da queste parti si è cercato di costruire. Ora, la cosa potrebbe anche non interessare nessuno, che non sono certo il primo né l’ultimo a subire il fascino di questa femmina romana arrochita e tutta bistrata, ma da qui a restituirla quale icona patria dei nati a metà degli anni Settanta, come di seguito proposto, ce ne passa e forse, a rileggere tutto, suona invero po’ eccessivo. Continua a leggere 

La sorgente inesausta delle storie di Nico Orengo

28 Mag

Figura gigante. Il salto dell’acciuga. Gli spiccioli di Montale | di Nico Orengo | prefazione di Paolo Mauri | ebook Einaudi 2014

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di pierpaolo gallucci

Nico Orengo ci ha lasciato cinque anni fa tondi, la notte tra il 29 e il 30 maggio 2009. Soprattutto, è nato settant’anni fa, il 24 di febbraio del 1944. La casa editrice Einaudi, per la quale a lungo ha lavorato e con la quale ha pubblicato quasi tutto ciò che ha scritto, lo commemora ripubblicandone in un unico e-book uscito da pochi mesi tre libri: Figura gigante (1992), Il salto dell’acciuga (1997 e 2003), Gli spiccioli di Montale (2001), andati esauriti tranne Il salto dell’acciuga. Ma quasi non se ne è parlato, escluso un breve pezzo su La Stampa, che perlopiù tratteggia la figura dello scrittore a lungo per quel giornale responsabile di “Tuttolibri”. Non ci pare però alcuno si dilunghi sul volume. E anche cercando più a ritroso tra vecchie recensioni assai poco, a parte commemorazioni e brani di “L’indice dei libri del mese” su siti di e-commerce cui pertanto non rinviamo. Continua a leggere 

Esercizi di sevizia e seduzione all’ora dell’aperitivo

17 Mag

Esercizi di sevizia e seduzione | di Irene Chias | Mondadori 2013

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di piero grignani

Ebbene sì, c’era rimasto l’uzzolo di leggere questa Irene Chias. È vero che ormai il libro sarà introvabile e nessuno più ne parla – e strologare su titoli usciti esattamente un anno fa è un suicidio editoriale – però, che dire, la curiosità per il parallèle proposto a suo tempo da Massimiliano Parente tra l’ultima prova della Chias e quella di Veronica Raimo (a tutto vantaggio della prima) andava soddisfatta. Così si sono fatti i compiti, e oltre agli Esercizi di sevizia e seduzione abbiamo letto anche Sono ateo e ti amo, Elliot 2010, esordio della scrittrice siciliana. Tuttavia non ce ne voglia Parente, ma Raimo vince ancora, di gran lunga. D’accordo che allora su Tutte le feste di domani avevamo avuto da ridire e precisare, ma non sarà un mezzo passo falso a sovvertire i valori e poi Il dolore secondo Matteo, che è il primo libro della Raimo, resta davvero di un altro pianeta, altro che Chias. Continua a leggere 

Lo sguardo stilizzato di Silvio Perrella

29 Apr

L’aleph di Napoli | di Silvio Perrella |  ilfilodipartenope 2013

Silvio Perrella, L’aleph di Napoli, ilfilodipartenope 2013

di pierpaolo gallucci

Risale ad alcuni mesi fa l’uscita di un opuscoletto di Silvio Perrella, L’aleph di Napoli, dall’autore stesso definito una favola con un apologo civile sul congiungimento del su e del giù della città, una città fatta di molte città, e quando i protagonisti, saliti fin sopra questo aleph, scoprono di possedere un nuovo linguaggio, si impossessano di “una libertà che non sempre era possibile ed è la libertà di raccontarsi con i propri linguaggi. Senza fingere di essere qualcos’altro”. Cercando in rete, più niente, se si eccettua chi chiarisce che quell’aleph borgesiano del titolo deluderebbe chi se ne aspettasse una riscrittura (che secondo noi non sarebbe una cattiva idea), e chi invece trova corrispondenze meno conclamate con lo scrittore argentino laddove Perrella parla del tempo misurato dall’ombra sempre diversa delle meridiane. Continua a leggere 

La provincia di Alessio Torino (con un poco di maniera)

22 Apr

Urbino, Nebraska | di Alessio Torino | minimum fax 2013

Alessio Torino, Urbino, Nebraska, minimum fax 2013

di piero grignani

Ecco un fuoriclasse, senza dubbio e neanche c’è molto da discutere perché nessuno lo nega e il libro è bello, già a cominciare dalla copertina di Alessandro Gottardo, che piace davvero a tutti e anche lui è uno super. Se a questo aggiungete che minimum fax raccoglie una più che esaustiva rassegna stampa, allora potremmo quasi fare a meno di parlarne da queste parti e passare ad altro. Però tanto ci erano piaciuti Undici decimi e Tetano che dispiaceva non dire niente della terza prova di Alessio Torino. Anche perché se togliamo quanto scritto da Cordelli sul Corsera non resta moltissimo. Pure Pedone su Alias aiuta pochino con quel suo invilupparsi sulle angosce della provincia e l’assenza dei padri. Per il resto tanti applausi. Va bene che Cordelli è Cordelli – e per i forzati del web la restituzione del plot si inghiotte l’ottanta per cento del post – ma forse qualche rischio in più si poteva correre. Innanzitutto perché lo merita Alessio Torino. Continua a leggere