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Il babau Parente

5 Ago

Il più grande artista del mondo dopo Adolf Hitler | di Massimiliano Parente | Mondadori 2014

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di piero grignani

A essere sinceri le ragioni per cui ci occupiamo dell’ultimo lavoro di Massimiliano Parente, Il più grande artista del mondo dopo Adolf Hitler, uscito per Mondadori nel gennaio 2014, nemmeno le ricordiamo più, tanto è il tempo intercorso tra la sua lettura e questa faticosissima restituzione. In mezzo una logorante ricerca dei primi titoli del nostro, introvabili in libreria e pure nelle biblioteche (e occorrerà che Parente si attrezzi a riguardo, altrimenti ai posteri, per cui dice di scrivere, davvero non resterà niente, ma forse, chissà, trattasi di precisa strategia editoriale). A parte ciò, su internet c’è Parente in abbondanza; si inizi però da writeandrollsociety, che è un bel sito e c’è l’autore che fa le boccacce. Poi, soprattutto polemiche: con Sgarbi, con Tiziano Scarpa, con Scurati e nemmeno stiamo a reindirizzarvi. Comunque, per i cultori dell’autore, senza incorrere nei loro strali, quest’ultimo romanzo non mi sembra a livello della trilogia (La macinatrice, Contronatura, L’inumano); per tutti gli altri invece è un ottimo viatico per entrare nell’universo Parente. Continua a leggere 

Asia Argento, nostra madonna generazionale

8 Giu

Incompresa | di Asia Argento | con Giulia Salerno, Charlotte Gainsbourg, Gabriel Garko | Italia 2014

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di piero grignani

Non me ne vogliano i lettori e gli amici del Punteggio (e comunque devo ringraziare la redazione) per questa intromissione in ambiti che non sono i miei e in cui mi muovo con evidente impaccio e qualche pudore ché non si possono vantare crediti di cultura specifica e nemmeno propensione al cahierismo – e anche mi stuccano e mi annoiano oltremisura les cinéphiles purissimi e superciliosi – tuttavia, come dire, ho un debole per Asia Argento. Ecco, l’ho detto, con buona pace per la credibilità e l’abnegazione critica che da queste parti si è cercato di costruire. Ora, la cosa potrebbe anche non interessare nessuno, che non sono certo il primo né l’ultimo a subire il fascino di questa femmina romana arrochita e tutta bistrata, ma da qui a restituirla quale icona patria dei nati a metà degli anni Settanta, come di seguito proposto, ce ne passa e forse, a rileggere tutto, suona invero po’ eccessivo. Continua a leggere 

Esercizi di sevizia e seduzione all’ora dell’aperitivo

17 Mag

Esercizi di sevizia e seduzione | di Irene Chias | Mondadori 2013

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di piero grignani

Ebbene sì, c’era rimasto l’uzzolo di leggere questa Irene Chias. È vero che ormai il libro sarà introvabile e nessuno più ne parla – e strologare su titoli usciti esattamente un anno fa è un suicidio editoriale – però, che dire, la curiosità per il parallèle proposto a suo tempo da Massimiliano Parente tra l’ultima prova della Chias e quella di Veronica Raimo (a tutto vantaggio della prima) andava soddisfatta. Così si sono fatti i compiti, e oltre agli Esercizi di sevizia e seduzione abbiamo letto anche Sono ateo e ti amo, Elliot 2010, esordio della scrittrice siciliana. Tuttavia non ce ne voglia Parente, ma Raimo vince ancora, di gran lunga. D’accordo che allora su Tutte le feste di domani avevamo avuto da ridire e precisare, ma non sarà un mezzo passo falso a sovvertire i valori e poi Il dolore secondo Matteo, che è il primo libro della Raimo, resta davvero di un altro pianeta, altro che Chias. Continua a leggere 

La provincia di Alessio Torino (con un poco di maniera)

22 Apr

Urbino, Nebraska | di Alessio Torino | minimum fax 2013

Alessio Torino, Urbino, Nebraska, minimum fax 2013

di piero grignani

Ecco un fuoriclasse, senza dubbio e neanche c’è molto da discutere perché nessuno lo nega e il libro è bello, già a cominciare dalla copertina di Alessandro Gottardo, che piace davvero a tutti e anche lui è uno super. Se a questo aggiungete che minimum fax raccoglie una più che esaustiva rassegna stampa, allora potremmo quasi fare a meno di parlarne da queste parti e passare ad altro. Però tanto ci erano piaciuti Undici decimi e Tetano che dispiaceva non dire niente della terza prova di Alessio Torino. Anche perché se togliamo quanto scritto da Cordelli sul Corsera non resta moltissimo. Pure Pedone su Alias aiuta pochino con quel suo invilupparsi sulle angosce della provincia e l’assenza dei padri. Per il resto tanti applausi. Va bene che Cordelli è Cordelli – e per i forzati del web la restituzione del plot si inghiotte l’ottanta per cento del post – ma forse qualche rischio in più si poteva correre. Innanzitutto perché lo merita Alessio Torino. Continua a leggere 

Sotto la polemica e sopra la poesia: la funzione Policastro

17 Mar

Sotto | di Gilda Policastro | Fandango 2013

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di piero grignani

Perché l’ultimo imperfetto e dunque succosissimo – comunque lo si voglia prendere – lavoro di una delle più battagliere giovani scrittrici/poetesse/critiche italiane (qualcuno mi ricorda pure “abilitata”), che non si è negata nessuna delle polemiche che in questi anni hanno animato i lit-blog, viene ignorato? Per strategie editoriali o rancori personali? Per questioni di gusto? Per ragioni di mercato o semplice sciatteria? Mah… Ho letto Sotto sull’onda della recensione di Giglioli su la Lettura, che se non sbaglio era del primo dicembre, la successiva ricognizione della critica sul web, alla maniera del Punteggio, sarà avvenuta più o meno nel mese di gennaio con risultati davvero deprimenti, tanto da doverla procrastinare. Cerca e cerca a fatica si arrivava alla seconda pagina di google con qualche profitto: una manciata di segnalazioni, una o due interviste, una recensione su doppiozero, basta. Ma forse era presto e occorreva solo un poco di pazienza. Eppure ad oggi le cose non sono certo migliorate: una presentazione a Milano alla Libreria Popolare, caricata su youtube, forse un paio di articoli in più e così anche la Policastro si è stufata e in coda al suo intervento su La formazione della scrittrice apparso su vibrisse grida di aver diritto pure lei al suo passaggio da Fazio. Continua a leggere 

Per chi ha visto Troia’s discount bruciare per la prima volta

12 Mar

Troia’s discount | drammaturgia ricci/forte | regia S. Ricci | con A. Gualdo, F. Cabra, G. Sartori, A. Onofrietti, C. Cicognani | Piccolo Teatro di Milano, dal 4 al 9 marzo 2014

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 Carolina Truzzi su Krapp’s Last Post (13 gennaio 2010)
Brucia la Troia di Stefano Ricci e Gianni Forte; brucia sotto le luci al neon di una scenografia scarna: dai carrelli del supermercato dei sentimenti al suono della voce delle televendite di Telemarket. Didone apre la scena ed è un’Italia trans, con lo stivale d’argento e la flebo al braccio… [continua a leggere]

D. G. su Sipario (4 febbraio 2010)
L’essenza dell’amore si acquista con la sua assenza. Si conquista. Si possiede per un attimo per poi perderla e spendere il tempo a ricordarla. Eurialo-Onofrietti/Niso-Cabra/Creusa-Gualdo/Didone-Curcurù/Lavinia-Cicognani a cavallo di carrelli della spesa tentano di districarsi… [continua a leggere]

Andrea Porcheddu su my word (24 luglio 2010)
Nicolas Bourriaud, critico d’arte e curatore, qualche anno fa ha definito “l’estetica relazionale”: una tendenza, un gusto creativo, emersa negli anni Novanta, che si fonda sull’assemblage, su una pratica di montaggio o di commistione di forme preesistenti, spregiudicata… [continua a leggere]

E inoltre:  Giorgio Viaro su mentelocale (12 gennaio 2010);  Andrea Dispenza su SaltinAria (7 aprile 2011).

Viola Di Grado o dello stile

16 Feb

Cuore cavo | di Viola Di Grado | edizioni e/o 2013

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di piero grignani

Ammettiamolo, se non fosse stato per Ferroni, che su un Alias domenicale, forse del marzo dell’anno scorso, ne aveva fatto una lunga recensione, non avremmo letto Cuore cavo e avremmo continuato a fare a meno della sua autrice. Anche si era ignorato il precedente Settanta acrilico trenta lana, superpremiata e supertradotta opera prima. Però a marzo si iniziava a riflettere su Il punteggio di Amburgo e da qualche parte serviva pur partire, anche se poi del libro se ne dà conto solo oggi, davvero oltre ogni ragionevole credibilità editoriale. Comunque, per i ritardatari, lettori e recensori, la casa editrice fa un comodissimo spoglio della stampa, cartacea e online, ed oltre Ferroni potete trovare altri big: Onofri ne parla su Avvenire, La Porta su Il Sole e qualcun’altro me lo sono dimenticato. E verrebbe voglia di discutere solo di questi, che già sarebbe sufficiente a riempire la nostra paginetta. Continua a leggere 

Le anime belle di Marco Balzano

7 Gen

Pronti a tutte le partenze | di Marco Balzano | Sellerio 2013

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di piero grignani 

Un altro quadretto del giovane insegnante, precario e meridionale, che però almeno scivola via liscio liscio tra i luoghi comuni del genere, senza essere nemmeno troppo petulante, tanto è mite la temperatura ideologica e domestica l’hybris. E anche, a momenti, consola e fa bene all’anima, come certi bozzetti veristi, dove la disperazione si è a tal punto allungata con l’umana misericordia, che della miseria, quasi, ce ne scordiamo le ragioni. Comunque, ecco, sempre pronti a tutte le partenze: questa è la buona novella, nonostante suoni un poco boyscout a scriverlo lì, in calce, sulla copertina. Però almeno preserva da generici massacri, è evidente, in quanto bisogna essere davvero cinici e senza cuore per sparare contro una dichiarazione di buona volontà e impegno generazionale tanto candida e garbata. Dunque né choosyblack-bloc, ma una terza via gentile e di buonsenso per resistere ai marosi del precariato permanente. Continua a leggere 

Marchesini uno di noi

10 Dic

Atti mancati | di Matteo Marchesini | Voland 2013

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di piero grignani

Ci scusi il lettore se proprio in apertura, davanti a tutto, finisce l’ego di chi scrive – che è cosa davvero patetica quando si parla dei libri degli altri – tuttavia nessuno impedisce di saltare quanto sotto e ritrovarsi al capoverso successivo.

Per chi prosegue, è doveroso sapere che il recensore è arrivato a Berardinelli – mentore del giovane Marchesini – e al Bellocchio Piergiorgio (in quanto personalità evidentemente, ché non si possono vantare maggiori intimità) per via Fortini, Cases e Timpanaro, risalendo con sforzo dalle malie ontologiche dei fautori del pensiero negativo e antidialettico, insomma i Tronti, i Cacciari e gli Asor Rosa, per capirci. Bene, chi scrive è quindi convinto di aver trovato in Marchesini, che stima di barbarica razza provinciale – come la propria peraltro – un fratello di elezione. Legge con gusto il libretto della Gaffi (facendo invero un po’ fatica tra allusioni e sarcasmi), quello delle Edizioni dell’Asino sui cinque civilissimi e solitari campioni (quante citazioni però), evita per indolenza la produzione poetica ma non perde il primo romanzo, appunto questo Atti mancati. Ne resta però, ahimè, parzialmente deluso. Cerca in rete chi sappia dare ragione di tale scontento, eppure dalla rete, nonostante del libro, poi anche candidato allo Strega 2013, se ne faccia un gran parlare, ne cava fuori poco. Continua a leggere 

Tutte le feste di Veronica Raimo

16 Nov

Tutte le feste di domani | di Veronica Raimo| Rizzoli 2013

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di piero grignani

Copertina nera con bacio e quarta gialla, mentre il font del titolo rimanda alle insegne luminose al neon, anche se bisogna arrivare a pagina 217 per scoprire il perché, del font e del titolo, e la cosa delude un poco; piuttosto restano oscure le ragioni per cui quelli di theWorldofDOT abbiano messo in copertina un maschio dall’aria tanto grifagna e balcanica, con quell’artigliaccio a stringere la gola della partner. Comunque il secondo libro della Raimo scivola attraverso la rete senza generare particolari sussulti e le sole note critiche arrivano dalle versioni online delle testate cartacee. Massimiliano Parente su il Giornale gigioneggia tra goliardia e paraculismo. Diverte anche certa strafottenza da foglio liberal (e sul liberal qualcuno avrebbe da ridire), ma poi che l’autrice sia la “femme fatale della letteratura italiana” e per il nostro la sola presenza capace di illuminare le riunioni di quei noiosi di TQ o di minimum-fax, interessa davvero per niente o al massimo farà piacere alla Raimo. Così la trovata dello scambio in tipografia (come avviene nelle culle degli ospedali) tra l’ultimo libro della Chias e quello della Raimo, dove i pregi del libro della prima dovrebbero essere le caratteristiche più tipiche della seconda (quando in grazia), sembra solo un espediente per indorare la pillola: il libro non è all’altezza de Il dolore secondo Matteo. Ma la Chias non si è letta, quindi il gioco potrebbe anche reggere. Piuttosto, se i motivi della bocciatura di Parente sfumano nella posa, generici suonano i peana innalzati da Carlo Mazza Galanti su il manifesto. Continua a leggere