Il viaggio emotivo de “La vita di Adèle”

17 Nov

La Vita di Adèle | di Abdellatif Kechiche| Francia 2013

La vita di adele

di federico carcano

“La vita di Adèle”, film Palma d’Oro all’ultimo Festival di Cannes (2013), sembra non aver deluso la critica internazionale e italiana.

Il regista tunisino Abdellatif Kechiche ingolosisce lo spettatore con la bellezza e la semplicità della vita, della carnalità e della gioventù. La macchina da presa non è mai morbosa, mai voyeuristica, mai ingannatrice. Le scene di sesso sono esplicite e coraggiose. E’ così che si entra nella vita di Adèle (Adèle Exarchopoulos), teenager che si perde in un amore saffico per una ragazza dai capelli blu (Léa Seydoux), incontrata in un locale di Lille.

La storia non ci parla di omosessualità, piuttosto di società, di persone, di classi sociali.  Kechiche è abile a dirigere gli attori e a prolungare la sublimità di alcune scene (soprattutto quelle di sesso), come sottolinea anche Marzia Gandolfi su Mymovies.

Il film è un percorso che guida Adèle nell’età adulta attraverso la relazione con Emma e la lenta ed inesorabile disgregazione di questo stesso rapporto. Si scivola senza noia né impaccio in tre ore di visione che sono un vero e proprio viaggio emotivo anche grazie all’autenticità di Adèle Exarchopoulos che è “un diamante grezzo che si svela al mondo. È tutto quello di bello che un’attrice può essere, così viscerale, così genuina: una stupenda sorpresa. Le sue lacrime, i suoi tremori eccitati, l’adorazione racchiusa in uno sguardo: Adèle dà a tutto un’autenticità suprema”, come la definiscono le parole di Simona Santoni su Panorama.

La critica internazionale sembra essere positivamente concorde nel giudizio sulla pellicola: “La macchina-cinema di Abdellatif Kechiche sembra costruita apposta per scavare dentro la pelle delle persone e tira fuori quei lampi di sincerità che il cinema solitamente fatica a rendere sullo schermo” ha chiosato Paolo Mereghetti sul Corriere della Sera.

“Il quinto lungometraggio di Abdellatif Kechiche ha scatenato una tale ondata di entusiasmo e di polemiche che si resta sorpresi dalla sua semplicità: la storia di un’adolescente alla ricerca di se stessa, l’incontro con il suo primo amore, il suo essere amata e poi respinta, felice e poi infelice”, ha scritto Jean-Philippe Tessé su Cahiers du cinéma.

Peter Bradshaw, critico del The Guardian, ha assegnato al film quattro stelle su cinque. “Le lunghe scene di sesso sono così esplicite e candide da risultare magnifiche, e fanno sembrare il sesso di Ultimo tango a Parigi arrogante e datato”.

Difficile, quindi, trovare pareri discordi o negativi sulla pellicola tra le voci della critica. Tuttavia il lavoro di  Kechiche non è di certo un film che “strizza l’occhio” al grande pubblico, nonostante l’universalità del tema trattato: fino ad ora in Italia ha incassato poco più di 1 milione e 300mila euro (un risultato non certo brillante).

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