Archive | Aprile, 2014

Lo sguardo stilizzato di Silvio Perrella

29 Apr

L’aleph di Napoli | di Silvio Perrella |  ilfilodipartenope 2013

Silvio Perrella, L’aleph di Napoli, ilfilodipartenope 2013

di pierpaolo gallucci

Risale ad alcuni mesi fa l’uscita di un opuscoletto di Silvio Perrella, L’aleph di Napoli, dall’autore stesso definito una favola con un apologo civile sul congiungimento del su e del giù della città, una città fatta di molte città, e quando i protagonisti, saliti fin sopra questo aleph, scoprono di possedere un nuovo linguaggio, si impossessano di “una libertà che non sempre era possibile ed è la libertà di raccontarsi con i propri linguaggi. Senza fingere di essere qualcos’altro”. Cercando in rete, più niente, se si eccettua chi chiarisce che quell’aleph borgesiano del titolo deluderebbe chi se ne aspettasse una riscrittura (che secondo noi non sarebbe una cattiva idea), e chi invece trova corrispondenze meno conclamate con lo scrittore argentino laddove Perrella parla del tempo misurato dall’ombra sempre diversa delle meridiane. Continua a leggere 

La provincia di Alessio Torino (con un poco di maniera)

22 Apr

Urbino, Nebraska | di Alessio Torino | minimum fax 2013

Alessio Torino, Urbino, Nebraska, minimum fax 2013

di piero grignani

Ecco un fuoriclasse, senza dubbio e neanche c’è molto da discutere perché nessuno lo nega e il libro è bello, già a cominciare dalla copertina di Alessandro Gottardo, che piace davvero a tutti e anche lui è uno super. Se a questo aggiungete che minimum fax raccoglie una più che esaustiva rassegna stampa, allora potremmo quasi fare a meno di parlarne da queste parti e passare ad altro. Però tanto ci erano piaciuti Undici decimi e Tetano che dispiaceva non dire niente della terza prova di Alessio Torino. Anche perché se togliamo quanto scritto da Cordelli sul Corsera non resta moltissimo. Pure Pedone su Alias aiuta pochino con quel suo invilupparsi sulle angosce della provincia e l’assenza dei padri. Per il resto tanti applausi. Va bene che Cordelli è Cordelli – e per i forzati del web la restituzione del plot si inghiotte l’ottanta per cento del post – ma forse qualche rischio in più si poteva correre. Innanzitutto perché lo merita Alessio Torino. Continua a leggere 

Anderson, regista hipster: un articolo sul Sole spiega il perché

19 Apr

Grand Budapest Hotel | di Wes Anderson | con Ralph Fiennes, Tony Revolori, Saoirse Ronan, Jude Law, Owen Wilson, Bill Murray | USA 2013

grand-budapest-hotel-wes-anderson-jude-law

Michele Masneri su Il Sole 24 Ore
Tutte le famiglie normali sono infelici allo stesso modo; ogni famiglia disfunzionale è infelice a modo suo. Wes Anderson ha elevato la malinconia a fenomeno glamour globale e l’adolescenza quarantenne a condizione aspirazionale per tutti noi. Secondo il fondamentale galateo del nuovo secolo The Hipster Handbook (2002) di Robert Lanham, Anderson è “il” regista per eccellenza, oltre a essere ai vertici della classifica «star per cui avere una cotta», subito dietro a Beck e a Edward Norton. Otto film di cui almeno uno già entrato nell’inconscio collettivo, I Tenenbaum (2001), Anderson è il principe emaciato della nuova malinconia globale che apre il cuore e fa vendere i profumi dei massimi marchi mondiali. [continua a leggere]

Radical in ribellione nella Nordìa di Maria Attanasio

3 Apr

Il condominio di Via della Notte | di Maria Attanasio | Sellerio 2013

Cover_Attanasio

di diego stefanelli

Come ogni opera distopica, la natura de Il condominio di Via della Notte è in bilico tra descrizione e narrazione: se il suo scopo principale è quello di descrivere un mondo possibile per criticare quello reale, essa deve però anche narrare le vicende dei personaggi che in quel mondo si muovono. 1984, per citare il modello principale dell’Attanasio, è sì la descrizione della società dominata dal Big Brother, ma è anche la storia di Winston Smith, che a quella società si ribella. E Il condominio di Via della Notte è anche la storia di Rita Massa, una donna che, dopo un passato giovanile di lotta, si è rassegnata alla vita di Nordìa, una società nevrotica, dominata da ossessioni sempre più pericolose: la paura del diverso, l’assillo della sicurezza e del controllo. Trasferitasi, grazie all’eredità paterna, al centro di Nordìa in un condominio dominato dall’Accademico Craverio, uno dei più duri e intransigenti sostenitori del sistema-Nordìa, viene isolata e sempre più osteggiata dai condomini: da qui, il ritorno del disagio, l’esigenza nuovamente avvertita di opporsi e di dire no. Continua a leggere