Tag Archives: recensione

Leopardi nostro contemporaneo

7 Set

Il giovane favoloso | di Mario Martone | con Elio Germano, Michele Riondino, Massimo Popolizio, Valerio Binasco, Anna Mouglalis | Italia, 2014

il giovane favoloso

di valentina t. gelmetti

È da un po’ che siamo latitanti, qui dalla parti del Punteggio. Pungolati con velenoso affetto da certi compagni del sito che ci hanno rinfacciato di non aver più scritto una riga da mesi, ammettiamo la nostra colpevolezza, con l’unica attenuante di esserci fatte risucchiare da alienanti e deliranti lavori a ritenuta d’acconto utili alla sopravvivenza quotidiana. Ma ora siamo arrivati alla conclusione che, forse, è meglio riappropriarsi del proprio tempo. Autoassoluzione e fine del processo, dunque; con simpatia ça va sans dire.
In questo ritorno alle armi, siamo stati in spedizione al recente Festival del cinema di Venezia. Giusto qualche giorno, pochi i titoli visti, pochi quelli che rimarranno, non evaporati dal sole della contingenza e delle mode. Tra questi, pur nella sua complessa e imperfetta noia, pur in una certa piattezza visiva teatral-televisiva, pur in una narrazione classica, sospirante e didascalica, c’è Il giovane favoloso di Mario Martone. Continua a leggere 

Sotto la polemica e sopra la poesia: la funzione Policastro

17 Mar

Sotto | di Gilda Policastro | Fandango 2013

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di piero grignani

Perché l’ultimo imperfetto e dunque succosissimo – comunque lo si voglia prendere – lavoro di una delle più battagliere giovani scrittrici/poetesse/critiche italiane (qualcuno mi ricorda pure “abilitata”), che non si è negata nessuna delle polemiche che in questi anni hanno animato i lit-blog, viene ignorato? Per strategie editoriali o rancori personali? Per questioni di gusto? Per ragioni di mercato o semplice sciatteria? Mah… Ho letto Sotto sull’onda della recensione di Giglioli su la Lettura, che se non sbaglio era del primo dicembre, la successiva ricognizione della critica sul web, alla maniera del Punteggio, sarà avvenuta più o meno nel mese di gennaio con risultati davvero deprimenti, tanto da doverla procrastinare. Cerca e cerca a fatica si arrivava alla seconda pagina di google con qualche profitto: una manciata di segnalazioni, una o due interviste, una recensione su doppiozero, basta. Ma forse era presto e occorreva solo un poco di pazienza. Eppure ad oggi le cose non sono certo migliorate: una presentazione a Milano alla Libreria Popolare, caricata su youtube, forse un paio di articoli in più e così anche la Policastro si è stufata e in coda al suo intervento su La formazione della scrittrice apparso su vibrisse grida di aver diritto pure lei al suo passaggio da Fazio. Continua a leggere 

Viola Di Grado o dello stile

16 Feb

Cuore cavo | di Viola Di Grado | edizioni e/o 2013

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di piero grignani

Ammettiamolo, se non fosse stato per Ferroni, che su un Alias domenicale, forse del marzo dell’anno scorso, ne aveva fatto una lunga recensione, non avremmo letto Cuore cavo e avremmo continuato a fare a meno della sua autrice. Anche si era ignorato il precedente Settanta acrilico trenta lana, superpremiata e supertradotta opera prima. Però a marzo si iniziava a riflettere su Il punteggio di Amburgo e da qualche parte serviva pur partire, anche se poi del libro se ne dà conto solo oggi, davvero oltre ogni ragionevole credibilità editoriale. Comunque, per i ritardatari, lettori e recensori, la casa editrice fa un comodissimo spoglio della stampa, cartacea e online, ed oltre Ferroni potete trovare altri big: Onofri ne parla su Avvenire, La Porta su Il Sole e qualcun’altro me lo sono dimenticato. E verrebbe voglia di discutere solo di questi, che già sarebbe sufficiente a riempire la nostra paginetta. Continua a leggere 

La moralità nei ritratti di Romano Montesarchio

9 Feb

Ritratti abusivi | di Romano Montesarchio | Italia 2013

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di pierpaolo gallucci

Lo spezzone di filmato pubblicitario con cui il documentario si apre risale all’inizio degli anni ’70. La dominante violacea che lo contrassegna, indizio di consunzione, fa pensare anche a quanto siano logori i miti piccolo-borghesi sulla salubrità della vita lontano dalla metropoli di cui parla, alternando immagini della parte fin lì realizzata e del plastico di progetto del Villaggio Coppola Pineta Mare a Castel Volturno, sul litorale della provincia di Caserta. Qualcosa del genere doveva avere anche in mente il regista, il quale, ultima copia superstite, lo ha rintracciato in una sala cinematografica della cittadina, parlando di “fallimento di uno Stato che ha permesso la cementificazione selvaggia di decine di chilometri di costa campana” in un’intervista raccolta da Diego Del Pozzo. Continua a leggere 

Lo sai chi è morto? Giuliana Musso tra riso e commozione

6 Feb

Tanti saluti | di Giuliana Musso | regia M. Somaglino | con B. Schiros, G. Meggiorin e G. Musso | direzione clown M. Van Den Broek | produzione La Corte Ospitale | anno di produzione 2008

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di alice cantelmo

Benissimo ha fatto nel mese di gennaio il teatro Elfo Puccini a proporre una personale su Giuliana Musso, mettendo in scena Tanti saluti (21-23) insieme a La fabbrica dei Preti (14-19) e Sexmachine (24-26). Abbiamo visto il primo, bello e commovente: in scena una bara e tre clown che raccontano della morte e del morire. Così lo presenta l’autrice nella sua homepage: “Tanti saluti vuole esplorare, attraverso una ricerca di stampo sociologico, il tema del morire ai nostri tempi. Abbiamo raccolto testimonianze e racconti dai principali protagonisti dell’evento: medici, infermieri, familiari e morenti. Abbiamo visitato i teatri del morire: ospizi, ospedali, hospice, case. Indagato le sue nuove declinazioni: cure palliative, accanimento terapeutico, protocolli di rianimazione, eutanasia. E abbiamo anche ascoltato chi è stato così vicino al punto della morte da non averne poi più alcun timore”. Continua a leggere 

Duellanti in Via Castellana Bandiera

16 Nov

Via Castellana Bandiera | di Emma Dante | con Alba Rohrwacher, Elena Cotta, Emma Dante, Renato Malfatti | Italia 2013

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di valentina t. gelmetti

Sarà stata l’aura da star radical-chic della regista, o quel suo ego massiccio che prima le fa scrivere un libro (appunto Via Castellana Bandiera, Rizzoli 2008) e poi glielo fa tradurre per il grande schermo, ma insomma si era guardato a Via Castellana Bandiera – il film – con qualche pregiudizio. Sbagliando, però, perché il risultato finale è uno dei titoli più convincenti del cinema italiano per questo 2013. Imperfetto quanto interessante, come solo le opere prime sanno essere.

Equilibrista sicura tra le sale underground siciliane e i palcoscenici scaligeri, la “diva palermitana” Emma Dante è riuscita in questi anni a “ritagliarsi un posto privilegiato nel panorama teatrale italiano contemporaneo, strizzando l’occhio al pubblico e, parimenti, alla benevolenza delle avanguardie”. Con queste parole Giuseppe Paternò di Raddusa di Filmidee – uno dei pochissimi recensori di cinema sul web che sembra conoscere la produzione scenica della Dante – bene fotografa l’acclamata mettrice en scène: una doppia anima popolar-sperimentale, quella della Dante, che nel passaggio alla settima arte si è però come sgonfiata da pastiche visionari e barocchi, perseguendo una messa in scena essenziale e una rigorosa identità realista. Continua a leggere 

Tutte le feste di Veronica Raimo

16 Nov

Tutte le feste di domani | di Veronica Raimo| Rizzoli 2013

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di piero grignani

Copertina nera con bacio e quarta gialla, mentre il font del titolo rimanda alle insegne luminose al neon, anche se bisogna arrivare a pagina 217 per scoprire il perché, del font e del titolo, e la cosa delude un poco; piuttosto restano oscure le ragioni per cui quelli di theWorldofDOT abbiano messo in copertina un maschio dall’aria tanto grifagna e balcanica, con quell’artigliaccio a stringere la gola della partner. Comunque il secondo libro della Raimo scivola attraverso la rete senza generare particolari sussulti e le sole note critiche arrivano dalle versioni online delle testate cartacee. Massimiliano Parente su il Giornale gigioneggia tra goliardia e paraculismo. Diverte anche certa strafottenza da foglio liberal (e sul liberal qualcuno avrebbe da ridire), ma poi che l’autrice sia la “femme fatale della letteratura italiana” e per il nostro la sola presenza capace di illuminare le riunioni di quei noiosi di TQ o di minimum-fax, interessa davvero per niente o al massimo farà piacere alla Raimo. Così la trovata dello scambio in tipografia (come avviene nelle culle degli ospedali) tra l’ultimo libro della Chias e quello della Raimo, dove i pregi del libro della prima dovrebbero essere le caratteristiche più tipiche della seconda (quando in grazia), sembra solo un espediente per indorare la pillola: il libro non è all’altezza de Il dolore secondo Matteo. Ma la Chias non si è letta, quindi il gioco potrebbe anche reggere. Piuttosto, se i motivi della bocciatura di Parente sfumano nella posa, generici suonano i peana innalzati da Carlo Mazza Galanti su il manifesto. Continua a leggere